Cip Barcellini è riuscito in 50 ani di carriera a potenziare al massimo la sua vena creativa, che l’ha portato ad essere attore, regista radiofonico, doppiatore e direttore di doppiaggio, poeta e pittore.
Lo incontriamo nel suo ufficio che è anche una gradevole “oasi di pace”.
Tra le cose che ci colpiscono sulla sua scrivania: le videocassette “rivedute e corrette” dei suoi innumerevoli viaggi, i cataloghi delle gallerie che hanno esposto e venduto i suoi quadri, un piccolo portachiavi a forma di mappamondo affianco all’agenda fittissima di appuntamenti. Dopo il primo colpo d’occhio, insomma, Cip Barcellini ci appare un viaggiatore d’arte, non solo un artista.
Tutto cominciò quando in Germania, a metà degli anni ’50 era solo un aitante studente dell’Accademia d’Arte di monaco di Baviera.
- “quella fu un’epoca meravigliosa”
Tornato in Italia alla fine del ’59, causa chiamata alle armi, decise di rimanervi lavorando come attore, dopo le esperienze tedesche, dal 1961 al 1972 in varie compagnie, poi dal 1972 al 1980 con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano.
Lo ricordiamo anche nei film “Auferstehung” “Die grune Teufel von Montecassino” “Der Elefant in Porzellan Laden” “Una Questione Privata”, “La Vita Agra”.